Tante idee, tante ipotesi, soprattutto tante chiacchiere che non danno nessuna certezza in materia di ripresa o interruzione definitiva del campionato.
Un argomento scomodo è tornato in auge e nemmeno troppo tra le righe: quello dei playoff.
Claudione Lotito si è già detto contrario, a meno che non si riduca ad una partita secca tra Lazio e Juventus.
Sulla reale possibilità di giocare ‘sti benedetti playoff, è doveroso fare a monte una distinzione tra cosa giusta e cosa bella.
Sarebbe giusto assegnare così uno Scudetto?
La risposta è facile: no.
Come non sarebbe giusta una lotta al Tricolore tra squadre troppo distanti tra loro in classifica.
L’Atalanta ad esempio è a -14 dalla Lazio con un nettissimo stacco.
“Non è giusto!”, Ha dichiarato a gran voce anche il patron capitolino.
Le qualificazioni per la zona Europa League si decidono su pochi punti e sarebbe dunque ancora più ingiusto scegliere le partecipanti senza aver disputato tutte le partite. 
Ancora l’Atalanta creerebbe malcontento visto che la Roma è a sole 3 lunghezze. Il club bergamasco ha una gara in meno, questo è vero, ma ha vinto entrambi gli scontri diretti.
Quindi diciamo che la sponda giallorossa del Tevere avrebbe poco di cui lamentarsi… la lamentela però, pare oggi un diritto inalienabile.
Lo spettro della “stagione falsata” è sempre dietro l’angolo.
I playoff hanno regole precise e severe, giuste solo in parte, accessibili a pochi e non a tutti. Questo forse è l’unico capitolo giusto in tutta la procedura.
Scorretto e nemmeno troppo entusiasmante, il campionato è bello se combattuto fino all’ultimo, forse rappresenteranno pure l’unica base per mettere un po’ d’ordine, ma il calcio all’italiana è tutta un’altra roba.
Lo Scudetto cotto e mangiato, affidato alla sorte in pochissime partite, sarebbe la cosa più difficile da digerire per la nostra cultura calcistica. 
Potrebbe essere una soluzione ammissibile in questo momento di emergenza, ma andrebbe contro tutto quello che è il campionato con formula di andata e ritorno. 
Diciamocelo chiaro; il vincitore non sarebbe meritevole dello Scudetto più degli altri, sarebbe semmai meritevole di un trofeo in un torneo a squadre.
Per non parlare poi delle retrocessioni: quante squadre coinvolgere? Chi può dirsi salvo?
Con tutte queste gare da disputare, a ‘sto punto tanto vale finire il campionato! 
Nessuno dice che i playoff, anche se in forma ridotta, alla fine non siano emozionanti, ma una classifica, i meriti di una squadra, si costruiscono in un anno.
Si ha la possibilità di cadere, imparare e poi rialzarsi, così come ha fatto la Lazio con un inizio di stagione tremendo e la lunga scalata alla vetta.
Insomma, non è una soluzione affascinante, permetterebbe di recuperare du’ spicci con i diritti televisivi, ma creerebbe un malcontento pericoloso e difficile da mettere a tacere negli anni avvenire.
“Campione d’Italia” dev’essere chi lo metita perché effettivamente lo è diventato dopo un lungo cammino e dopo aver battuto tutti.
Siamo però in un momento di crisi, questo è doveroso ricordarlo.
In mezzo alle emergenze si devono cercare soluzioni alternative e se il tempo per la normalità non esiste, non lo possiamo di certo inventare.
Il campionato all’italiana prevede girone di andata e uno di ritorno, è il campionato delle mille sfide, delle mille sorprese e delle mille cadute.
Tutto questo costituisce ciò che noi tifosi chiamiamo “emozione”.
Ci viviamo, ci accompagna per un anno, ci tiene attaccati a date, orari, eventi che scandiscono i nostri anni.
Discussioni infinite su un presunto fuorigioco, un arbitro sbadato, o un rigore assegnato troppo generosamente.
Tutte queste cose adesso sembrano lontanissime, eppure parliamo solamente di due mesi fa, solo due mesi fa esisteva il calcio che conoscevamo, il campionato all’italiana ed in cuor mio spero di riviverlo nella sua interezza.
Ordunque mi domando: vale la pena provare a mettere una pezza in extremis?
I playoff possono essere una pezza o è solo un calcio al calcio all’italiana?

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